Le molte facce della balbuzie

La balbuzie, che fino a poco tempo fa veniva attribuita a cause psicologiche è oggi definita un disturbo multifattoriale è determinato dal concorso di più fattori: cognitivi, affettivi, sociali ed emotivi. Sono tutti aspetti che da prendere in considerazione, proprio perché coinvolti, e che richiedono l’intervento di un’équipe adeguata a prendere in carico il paziente nella sua globalità.
Esistono diversi tipi di balbuzie:
- balbuzie clonica, caratterizzata da ripetizione di parole o parti di parole, senza sforzo né tensione muscolare
- balbuzie tonica, contraddistinta da blocchi e spasmi, che quindi per parlare richiede di sforzarsi e genera una tensione muscolare, con spasmi di durata e intensità variabili che possono portare a interruzioni brusche e continue del discorso. Quando la tensione muscolare è particolarmente importante si associano dei movimenti (sincinesie) che costituiscono la sintomatologia secondaria della balbuzie e possono essere circoscritti al volto (es. chiusura degli occhi, corrugamento della fronte, smorfie), oppure estesi al resto del corpo (irrigidimento del corpo e fissità dello sguardo)
- forme miste, che sono le forme più frequenti e possono essere clonico-toniche o tonico-cloniche, a seconda che prevalgano le ripetizioni rispetto agli spasmi o viceversa
Esiste una forma di balbuzie transitoria fisiologica che può durare fino a un anno in bambini sotto i 5 anni, dovuta a un’immaturità linguistica.
Tuttavia è bene fare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme che possono indicare una balbuzie destinata a cronicizzarsi:
- genere maschile
- familiarità
- insorgenza dopo i 3 anni e mezzo
- persistenza oltre i 12 mesi senza remissione
- aumento della frequenza e dell’intensità delle disfluenze (blocchi, ripetizioni, prolungamenti)
- aumento dei comportamenti secondari
- evitamento a comunicare
- aumento delle emozioni negative associate
- attitudine comunicativa negativa
In caso di dubbi è sempre bene rivolgersi a un professionista, tuttavia l’aiuto della famiglia è fondamentale, in particolar modo ricordandosi di essere buoni comunicatori, in modo da fornire un modello verbale corretto. Alcune strategie che possono essere utili quando un bambino balbetta sono:
- mantenere il contatto oculare
- dare tempo, non finendo le parole/frasi al posto del bambino e non mettendogli pressione
- dimostrarsi più interessati a ciò che dice che a come lo dice
- fare una domanda alla volta e attendere la risposta prima di porne un’altra
- non dire frasi come “parla bene”, “parla lentamente”, “fai un bel respiro”
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