Autismo: conoscere per includere

L’autismo, o Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), è una condizione del neurosviluppo che influenza il modo in cui una persona percepisce il mondo, comunica e interagisce con gli altri.

Per quale motivo l’autismo è definito come “spettro”?

Proprio perché include una vasta gamma di manifestazioni cliniche, che vanno da forme che richiedono un supporto quotidiano intenso ad altre in cui la persona è completamente autonoma, anche se ha difficoltà specifiche.

    Quali sono i criteri diagnostici?

    I criteri diagnostici principali includono:
    1. Deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale, che si manifestano ad esempio con difficoltà nel comprendere le regole implicite della conversazione (ironia, sarcasmo…), nel fare amicizie o nel riconoscere le emozioni altrui…

    2. Comportamenti ripetitivi, interessi ristretti o anche iper-reattività o ipo-reattività agli stimoli sensoriali, come dondolarsi, collezionare oggetti specifici, o mostrare una forte sensibilità a suoni, luci o consistenze e molti altri ancora.

      L’importanza della diagnosi precoce

      Le manifestazioni del disturbo possono essere evidenti già nei primi anni di vita, ma in alcuni casi emergono più tardi o vengono riconosciute solo in adolescenza o età adulta.
      La diagnosi precoce è importante perché permette di attivare interventi specifici in tempo utile per sostenere lo sviluppo del bambino, potenziando le sue risorse e prevenendo il disagio.
      Non esiste un “profilo unico” dell’autismo: ogni persona ha una combinazione unica di caratteristiche, punti di forza e difficoltà.
      La causa dell’autismo non è unica, si tratta di una condizione multifattoriale, che coinvolge fattori genetici e ambientali ancora in fase di studio.

      A chi possiamo rivolgerci?

      In caso di dubbi, ci si può rivolgere al pediatra, ai servizi di neuropsichiatria infantile o a professionisti come psicologi e terapisti specializzati in età evolutiva, per ricevere supporto e orientamento.
      Oggi si riconosce che l’autismo non è una malattia, ma una neurodivergenza, ovvero una variante naturale del funzionamento neurologico umano. Comprendere e accogliere queste differenze significa promuovere una società più consapevole, rispettosa e inclusiva, capace di rispondere ai bisogni speciali di ciascuno.