Quando nutrirsi non è più un piacere

Quando si parla di disturbo del comportamento alimentare ricorrono spesso i termini anoressia, bulimia, binge eating o disturbo da alimentazione incontrollata. Ma ma quali sono le loro caratteristiche?
Molto spesso tendiamo a semplificare questo tipo di disturbi e a ignorare una loro particolarità: i frequenti crossover, ossia il passaggio da un tipo di disturbo alimentare a un altro. Ne è un esempio il passare dall’anoressia nervosa alla bulimia nervosa e viceversa, mentre il binge eating disorder si trasforma di frequente in bulimia o viceversa.
La magrezza irraggiungibile
L’origine greca del termine anoressia indica proprio la “perdita di desiderio” di nutrirsi. Tuttavia questa definizione non rende del tutto ciò che realmente è l’anoressia nervosa. Questo disturbo infatti consiste in un vero e proprio rifiuto categorico del cibo, ben diverso da una semplice inappetenza.
L’anoressia presenta due sottotipi: restrittivo e condotte purgative. La persona che soffre di anoressia restrittiva mette in atto delle diete molto rigide, il digiuno o fa un eccessivo esercizio fisico.
Chi è affetto dal secondo sottotipo, cioè le condotte purgative, indugia invece a ricorrenti abbuffate seguite da condotte di eliminazione, indotte ad esempio attraverso l’uso di lassativi.
Coloro che soffrono di anoressia seguono dei rituali rigidi, come il controllo esagerato del peso. Inoltre presentano una distorsione corporea, cioè hanno un’immagine di sé significativamente diversa dalla realtà. In particolare gli anoressici vedono se stessi come in sovrappeso, anche quando sono in uno stato di grave magrezza.
L’altra faccia della medaglia: la bulimia
Diversamente dall’anoressia, la bulimia si manifesta attraverso ricorrenti abbuffate, accompagnate dalla sensazione di perdita di controllo della quantità di cibo che si sta assumendo, un comportamento a cui seguono le condotte di eliminazione che hanno lo scopo di controllare il peso corporeo.
I comportamenti maggiormente utilizzati sono il vomito autoindotto, l’utilizzo di lassativi o di diuretici. Vengono messi in atto più volte nell’arco di una settimana, arrivando anche a compromettere la salute del soggetto.
Il binge eating disorder
Nel binge eating disorder, o disturbo da alimentazione incontrollata, la persona mette in atto delle ricorrenti abbuffate. Mangia più rapidamente di quanto farebbe in situazioni normali e, nonostante non senta di essere affamato prosegue fino a sentirsi spiacevolmente pieno. Chi è colpito da questo disturbo tende a mangiare da solo poiché è imbarazzato dalla quantità di cibo che sta ingerendo, prova disgusto verso se stesso e si sente in colpa per la misura di cibo mangiata.
A differenza del bulimico e dell’anoressico, chi è affetto da binge eating disorder non mette in atto comportamenti compensatori e questo porta molto spesso la persona al sovrappeso quando non all’obesità.
Quali conseguenze possono indurre questi disturbi?
Secondo alcune teorie i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione ruotano attorno all’eccessiva valutazione del peso, della forma e del controllo dell’alimentazione. Inoltre, l’ambiente sociale può influenzare in modo considerevole la loro insorgenza, ad esempio proponendo un ideale irrealistico di magrezza al quale la persona può sentire il bisogno di rispondere per trovare uno spazio di affermazione personale che non riesce ad individuare in altri ambiti o contesti di vita.